Il terzo capitolo dei Guardiani della Galassia riesce ad entrare in luoghi oscuri e ad uscirne con ironia e colori, creando una giostra di emozioni con significato.

Di Gabriele Lingiardi

Guardiani della Galassia

I Guardiani della Galassia sono stati la più grande scommessa vinta dai Marvel Studios. L’idea era di prendere un gruppo poco conosciuto anche dagli appassionati di fumetti e creare un’avventura spaziale aggiornando Guerre Stellari allo stile contemporaneo. Molti, nel 2014, parlarono preventivamente di fallimento quando arrivò in regia James Gunn. Un autore “di serie B” che veniva dal cinema trash della Troma senza esperienza nel gestire gli effetti speciali. Anni dopo, i Guardiani della Galassia, oggi al loro (ultimo) Volume 3, sono senza dubbio tra i personaggi più importanti e innovativi del decennio cinematografico.

Un procione parlante, un alieno muscoloso, ma dal cuore d’oro, uno a forma di pianta, due sorelle divise da un padre tirannico e Peter Quill, un bambino rapito dagli alieni e diventato uomo (immaturo) nello spazio. La conclusione delle avventure di questo bizzarro gruppo di ex perdenti scende in territori oscuri. Si scopriranno le origini di Rocket Raccoon “modificato” e fatto evolvere forzatamente dall’Alto Evoluzionario, il nemico del film. Guardando questi, riusciti, film stupisce sempre come delle creature in computer grafica riescano a trasmettere delle emozioni così profonde.

Li sentiamo presenti, in qualche modo vivi (sotto la maschera digitale c’è sempre un attore ad animarli). Merito è soprattutto della capacità di James Gunn di conquistare con umorismo e azione per condurci poi in profondità in temi da film d’autore. Parla semplice, e quindi a tutti (la cosa più difficile). Anche gli adulti infatti potranno empatizzare con queste creature e si divertiranno alla scoperta di pianeti colorati e creativi.

Sa poi trovare inquadrature potentissime che fanno interagire il film col mondo reale. Si ripensa alle deportazioni, alla crudeltà del razzismo, ai mattatoi degli animali e alle utopie impossibili. Ma soprattutto: per la prima volta vediamo un supereroe piangere non lacrime di dolore perché è morto qualcuno, ma di gioia perché è riuscito a salvare il compagno.

Temi: evoluzione, famiglia, amicizia, creazione, crudeltà sugli animali, armonia con il creato