Domenica 20 maggio, alle ore 21, la compagnia Zimaquò teatro porta in scena l'opera liberamente tratta da Annibale Ruccello. Ingresso 8 euro.

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Siamo negli anni dell’Unità d’Italia, in una non precisata località paese dell’area Vesuviana. Donna Clotilde, baronessa borbonica, disorientata dal presente e tenacemente legata al suo passato di prestigio, privilegi e splendore aristocratico, vive chiusa in casa, anzi in camera da letto e dal suo letto, dove giace malata o presunta tale, continua ostinatamente ad esercitare il suo avanzo di potere, tiranneggiando il piccolo mondo che la circonda e manifestando col suo orgoglioso isolamento tutto il suo disprezzo per la nuova epoca . Attorno a lei, in un’ atmosfera soffocante e vagamente inquietante, orbitano donna Gesualda, una cugina povera che le fa da serva, nell’ambiguo ruolo di confidente e carceriera e don Catello, il parroco del paese, anch’egli figura ambigua, vittima delle intemperanze e dei soprusi di Donna Clotilde ma al tempo stesso vile e opportunista. In questo triangolo di frustrazioni, giochi di potere e fragilità, opportunismi e piccole rivincite, nulla sembra poter cambiare il corso degli eventi, finché irrompe Ferdinando, un giovane nipote di Donna Clotilde, dalla bellezza “morbosa e strisciante”, la cui presenza sembra portare finalmente il seme di una freschezza e di una vitalità che sembravano inesorabilmente perdute. Sarà lui, a cui tutti sembrano disperatamente aggrappare, a gettare lo scompiglio, a mettendo a nudo le contraddizioni e scomode verità e a spingere un intreccio apparentemente immutabile verso un inarrestabile degrado.

Durata: 1h e 30 min circa’