Al Cinema Teatro Dante, un’indagine teatrale e una riflessione che pone le basi nella ricerca storica per cercare di svelare il Mistero universale celato dietro la morte di un nazareno.
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Sabato 20 Febbraio alle ore 21.00 al Teatro di Via Dante la rassegna teatrale CastellanzAteatro, organizzata dall’Assessorato alla Cultura della Città di Castellanza in collaborazione con l’Associazione Amici del Teatro e dello Sport, Teatro della Corte, UILT (Unione Italiana Libero Teatro) e con la compagnia teatrale Entrata di Sicurezza, propone lo spettacolo “Indagine sulla morte di Gesù”. Il testo teatrale è di Massimiliano Paganini, che con Sergio Farioli ha fondato la compagnia teatrale Entrata di sicurezza. A curare la regia dello spettacolo è l’attrice e regista Michela Cromi affiancata dallo stesso Massimiliano Paganini.
Il testo, partendo da fonti storiche e recenti scoperte, cerca di riscostruire i fatti intercorsi a Gerusalemme tra il giovedì e la domenica del mese di nisan dell’anno 30 (o 33) d.C. In seguito alla scomparsa del cadavere di un galileo che ha fatto crocifiggere, Ponzio Pilato spedisce una missiva a Tiberio per metterlo al corrente del misterioso episodio. Ricevuta la notizia l’imperatore invia in Giudea un uomo di fiducia ad indagare sull’accaduto. L’ispettore inviato da Roma dovrà chiarire diversi dubbi: chi era Gesù il Nazoreo? Perché è stato condannato a morte? C’è stato un regolare processo? Che ruolo hanno avuto i capi dei sacerdoti Anna e Caifa? E Pilato? Che fine ha fatto il corpo del galileo? Cos’hanno veramente visto i suoi discepoli nel sepolcro?
Pagagnini ha collocato la vicenda su un piano strettamente storico, sottolineando la difficoltà di ricostruire oggettivamente la vicenda, come in una storia a tinte gialle e misteriose. In questo modo, ha fatto prepotentemente emergere il piano umano della storia. Tutti i personaggi che ruotano intorno alla ricostruzione dei fatti sono estremamente umani: Pilato, Anna, Giovanni, Giuseppe, Pietro, Claudia, Flavio Massimo. E questo ci permette di identificarci e riconoscerci in loro. Ha fatto emergere quel piano umano che è contenuto in modo supremo nel Vangelo, che parla dell’Uomo. E’ così riuscito a dare alla vicenda un respiro universale. I personaggi sono quelli storicamente noti, ma, fuori dalle coordinate spazio-temporali che conosciamo, potrebbero appartenere a qualunque periodo storico e vivere in qualunque parte del mondo.
La messa in scena ha voluto lavorare proprio su questo aspetto, con oggetti e costumi che alludano al periodo, ma senza il dettaglio della precisa ricostruzione storica e con una recitazione asciutta, immediata, senza decori, come asciutto, essenziale, agile e molto moderno è il testo di Paganini.
Il divino irrompe nell’umano in modo misterioso, ma chiarissimo. E si delinea così l’identikit di un Dio nascosto, che attende pazientemente che l’uomo si accorga del suo bisogno insopprimibile di un’esistenza più profonda. Un Dio silenzioso che accompagna con dolcezza.